Come si presenta
il fenomeno dell’economia della condivisione in Italia? Se ne è discusso recentemente
al Ferrara Sharing Festival,
nella tavola Rotonda dedicata a “Le nuove piattaforme: servizi,
prodotti, processi”.
La crescita della
sharing economy in Italia è una crescita con il freno a mano. Da un lato vi è un'alta propensione del
cittadino a provare ed usare servizi in condivisione, dall'altro gli attori del
sistema sembrano un po’ al palo.
Uno dei motivi alla
base di queste pratiche è ovviamente il risparmio economico, ma non è l’unico
per dare e chiedere servizi in sharing: ci sono utenti mossi da desiderio di
condivisione, oppure per motivi di solidarietà; utenti mossi dalla volontà di
fare un’esperienza di uso più ricca, più coinvolta emotivamente; utenti mossi
dalla voglia di fare impresa; utenti mossi dalla voglia di sperimentare nuove
pratiche e essere al centro delle novità sociali.
In Italia, la
sharing economy è conosciuta dal 70% della popolazione. 1 Italiano su 4 la utilizza e la prospettiva è di ulteriore crescita: la
maggior parte dei non utilizzatori sono propensi all'uso futuro (22%) o
necessitano di maggiori informazioni (18%).
Fra i servizi
utilizzati, gli italiani fruiscono di Servizi di mobilità (26% varie tipologie dalla mobilità collettiva
alla condivisione costi di viaggio, a servizi forniti da aziende in
abbonamento), Servizi organizzati
di scambio e baratto di
oggetti di vario tipo (10%), Servizi di alloggio di una camera o casa private (9%), Servizi
culturali (8%), Servizi di Social lending, prestiti fra privati (4%).
L’esperienza di
utilizzo dei servizi di sharing porterà ad una intensificazione dell’uso: chi
lo prova, dichiara che lo userà di più in futuro. Nell'ambito della mobilità il 47% aumenterà l’utilizzo di questo tipo di
servizi, nei Servizi di Alloggio, un 40%: segno comunque di soddisfazione nella
fruizione.
Ma quali sono le barriere? La difficoltà a fidarsi e la mancanza di
regole chiare e garanzie nell'utilizzo, penalizzano purtroppo ancora lo
sviluppo.
La
disintermediazione digitale ha supportato una prima fase di sviluppo, ma il
consolidamento, come in tutti i mercati che si rispettino vede oggi la
competizione, da un lato, e la necessità di benefit chiari ed esperienze
soddisfacenti, dall’altro, mettere sotto pressione le giovani realtà operative.