26 maggio 2016

Freno a mano tirato, ma prospettive rosee per la Sharing Economy

Come si presenta il fenomeno dell’economia della condivisione in Italia? Se ne è discusso recentemente al Ferrara Sharing Festival, nella tavola Rotonda dedicata a “Le nuove piattaforme: servizi, prodotti, processi”.
La crescita della sharing economy in Italia è una crescita con il freno a mano. Da un lato vi è un'alta propensione del cittadino a provare ed usare servizi in condivisione, dall'altro gli attori del sistema sembrano un po’ al palo.
Uno dei motivi alla base di queste pratiche è ovviamente il risparmio economico, ma non è l’unico per dare e chiedere servizi in sharing: ci sono utenti mossi da desiderio di condivisione, oppure per motivi di solidarietà; utenti mossi dalla volontà di fare un’esperienza di uso più ricca, più coinvolta emotivamente; utenti mossi dalla voglia di fare impresa; utenti mossi dalla voglia di sperimentare nuove pratiche e essere al centro delle novità sociali.

In Italia, la sharing economy è conosciuta dal 70% della popolazione. 1 Italiano su 4 la utilizza e la prospettiva è di ulteriore crescita: la maggior parte dei non utilizzatori sono propensi all'uso futuro (22%) o necessitano di maggiori informazioni (18%).
Fra i servizi utilizzati, gli italiani fruiscono di Servizi di mobilità (26% varie tipologie dalla mobilità collettiva alla condivisione costi di viaggio, a servizi forniti da aziende in abbonamento), Servizi organizzati di scambio e baratto di oggetti di vario tipo (10%), Servizi di alloggio di una camera o casa private (9%), Servizi culturali (8%), Servizi di Social lending, prestiti fra privati (4%).
L’esperienza di utilizzo dei servizi di sharing porterà ad una intensificazione dell’uso: chi lo prova, dichiara che lo userà di più in futuro. Nell'ambito della mobilità il 47% aumenterà l’utilizzo di questo tipo di servizi, nei Servizi di Alloggio, un 40%: segno comunque di soddisfazione nella fruizione.
Ma quali sono le barriere? La difficoltà a fidarsi e la mancanza di regole chiare e garanzie nell'utilizzo, penalizzano purtroppo ancora lo sviluppo.

La disintermediazione digitale ha supportato una prima fase di sviluppo, ma il consolidamento, come in tutti i mercati che si rispettino vede oggi la competizione, da un lato, e la necessità di benefit chiari ed esperienze soddisfacenti, dall’altro, mettere sotto pressione le giovani realtà operative.