Due terzi degli utenti dichiara
di essere disponibile a condividere la propria localizzazione via mobile.
Il 60% di coloro che attualmente non ne fanno
uso, dichiarano infatti di volerli utilizzare in futuro (e questo è ancora di
maggior interesse in Italia, 74%).
Servizi location-based che hanno raggiunto un
livello di conoscenza elevato, con la sempre maggiore penetrazione degli
smartphone.
Questi i principali trend emersi dai risultati dell’indagine
Mobile Life 2012, rilasciata da TNS, che
esplora l’utilizzo dei dispositivi mobili su utenti di cellulari di 58 Paesi (visualizzazione interattiva dei risultati su www.tnsglobal.com/mobilelife).
I servizi di geo-localizzazione mobile in
espansione
Circa un quinto (19%) degli intervistati nel
mondo si avvale attualmente dei servizi location-based
(LB) e più del 60% dei non utilizzatori aspira a farlo in futuro (dato che
sale al 74% in Italia). La navigazione con mappe
e GPS è attualmente la motivazione più frequente di utilizzo (46% nel mondo
e 48% in Italia). C’è inoltre interesse crescente su molte altre attività, con
un 13% degli attuali utilizzatori di social network (18% in Italia) che
effettuano “check-in” su Foursquare o
Facebook Places. 1 utente su 5 (22%) che li adopera per trovare amici nelle
vicinanze.
Circa un quarto, invece, sfrutta la tecnologia
per trovare ristoranti e luoghi di intrattenimento (26% a livello global, 23%
in Italia) o trovare informazioni sugli orari dei trasporti pubblici (19% e 21%
in Italia) o per prenotare un taxi (8%).
Molti poi, hanno
capito che si può anche “guadagnare”, rendendo pubblica la propria “posizione”
a brand e retailer – con 1 utente su 8 (12.5%) che condivide già oggi la
propria location in cambio di offerte speciali o buoni sconto.
Paese che vai, preferenze che trovi
In America Latina, il 39%
dichiara che il motivo principale per condividere la propria posizione, è
la voglia di trovare gli amici, a fronte di un 11% in India. Trovare i propri
amici attraverso servizi LBS crolla al 9% in Nord America ed è solo il 20% in
Europa, il 22% in Italia.
Nei Paesi asiatici più
sviluppati e ad alto tasso di tecnologia, il 36% utilizza i servizi di
localizzazione per trovare ristoranti e luoghi di intrattenimento, mentre in
Cina si scende al 17% ed in Italia al 23%.
“Queste variazioni
geografiche evidenziano l’importanza di avere una strategia focalizzata sulla
cultura del Paese in cui si intende lanciare servizi di questo tipo – è l’opinione di Cristina Colombo,
Digital Practice Head TNS Italia -. Offrono al marketing alti livelli di
engagement e targettizzazione, ma devono essere costruiti secondo regole di
ingaggio che rispettano il consumatore, in modo da non rischiare di diventare
intrusivi. Quando le marche riescono a lavorare in maniera equilibrata e profilata,
abbiamo visto ritorni significativi in termini di brand engagement,
fidelizzazione e crescita”.